lunedì 9 maggio 2011
L'interpretazione discutibile dei Puffi
Il romanziere francese Antoine Bueno nel suo ultimo lavoro "Il piccolo libro blu" descrive la società dei Puffi come un classico esempio di totalitarismo.
I Puffi, piccole creature immaginarie blu simili a folletti amati da tutti i bambini negli anni '80 e '90 sono considerati dallo scrittore francese «razzisti, nazisti e stalinisti».
"Gli “Schtroumpf” (nella denominazione originale belga) vivono nell’autarchia, in una società ripiegata su se stessa e autosufficiente; lavorano tutti insieme per la collettività e non conoscono la proprietà privata, oltre ad essere guidati da un capo unico e rispettato, ideale di figura paternalista con tanto di barba bianca e autorità benevolente ma ferma. Ma il peggio, spiega Bueno, è che i Puffi sono razzisti: fanno apologia della razza ariana – l’unica Puffetta è bionda – e considerano i Puffi neri come una calamità da estirpare; senza dimenticare che il loro nemico giurato, Gargamella, è caratterizzato da tratti semiti ed possessore di un gatto Birba il cui nome originario è Azrael)."
Antoine Bueno, giustifica il creatore dei Puffi, Peyo,in quanto ha inserito questi particolari senza rendersi conto dell'interpretazione discutibile che si poteva trarne.
L'ideatore belga Pierre Culliford detto Peyo ha vissuto l'occupazione nazista in prima persona e i concetti dell'ideologia più assurda che il mondo abbia mai conosciuto sono rimasti impressi indelebilmente nella sua memoria e hanno influenzato i suoi lavori.
I Puffi sono apparsi inizialmente come personaggi secondari del fumetto John & Solfami, ma sono riusciti a guadagnasi quasi da subito una loro pubblicazione autonoma, ad opera diPeyo, in collaborazione con Yvan Delporte. Il successo è esploso in seguito alla realizzazione di un lungometraggio "il flauto a sei Puffi" e alle serie a cartoni animati prodotte da Hanna-Barbera.
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