sabato 30 aprile 2011

Buone abitudini non troppo buone

Amanti della buone abitudini, attenzione, la vostra vita regolare potrebbe non essere così benefica come pensate. Sette studi condotti da altrettanti prestigiosi istituti di ricerca, smentiscono alcuni dei luoghi comuni da seguire per vivere meglio. Dategli un’ occhiata.


INIZIAMO DALLA TANTO AMATA DOCCIA. La Cranley Clinic di Londra sconsiglia vivamente di lavarsi tutti i giorni in quanto lavaggi troppo frequenti, soprattutto se lunghi e caldi e con bagnoschiuma aggressivi, rischiano di eliminare dalla pelle i suoi olii naturali e alterarne il ph.
Il dermatologo Nick Lowe ha spiegato che: "Per la maggior parte delle persone non c'è bisogno di una doccia al giorno, anzi così facendo si corre il rischio di infezioni". Un' ulteriore conferma è stata data dal dottor Giulio Franceschini, specialista in dermatologia e direttore sanitario di Villa Salus Medical Skin & Antiaging Center che ha affermato: "E’ vero, troppe docce non fanno bene alla pelle perché lavandola tutti i giorni si elimina il film idrolipidico che la protegge e quindi si rischia di distruggere la prima barriera corporea. Lavarsi tutti i giorni inoltre predispone l'epidermide ad allergie da contatto e funghi che, senza questa barriera, possono moltiplicarsi più facilmente".
Per chi ha necessità di lavarsi spesso, gli esperti consigliano di usare saponi che non contengano né tensioattivi né alcali, che lavino per affinità la pelle e di usare creme idratanti per riequilibrare l'epidermide.


IL MODO E IL TEMPO GIUSTO PER DORMIRE. Altro mito da sfatare è il numero di ore di sonno da fare per poter affrontare al meglio una dura giornata, cioè 8.
Il professore Jim Horne, del Centro di ricerca sul sonno della Loughborough University ha affermato: "Si tratta di una convenzione moderna che può lasciare persino più stanchi un sonnellino di un quarto d'ora può essere più riposante di un'ora di sonno notturno. Millenni fa, le persone facevano un sonno di circa due ore nella prima serata, seguito dalla cena, a sua volta seguita da attività di interazione. L'ora del risposo notturno arrivava intorno a mezzanotte: a quel punto si dormiva per tre-quattro ore ininterrottamente, prima delle preghiere e dell'accensione del fuoco".
Inoltre, al contrario di quanto pensano in molti, se non si riesce a prendere sonno non bisogna rimanere nel letto: "Molto meglio alzarsi e leggere un libro, fare un puzzle o qualcos'altro di rilassante finché il nostro corpo non ci dice che è pronto per dormire", ha spiegato Horne.
Secondo il direttore del Centro di Medicina del sonno del San Raffaele di Milano, Marco Zucconi: "Le classiche otto ore di sonno sono solo un ricordo e possono diventare un'ossessione, specie per chi soffre di insonnia. Il fabbisogno di sonno è individuale e geneticamente determinato o influenzato dal nostro orologio biologico: dunque è opportuno dormire fin quando ci sentiamo riposati, senza dare eccessiva importanza alla quantità (dalle 9-10 ore dei cosiddetti long sleepers alle 4-5 degli short sleepers). Horne però afferma che 15 minuti di "nap" (sonnellino) sono ristoratori quanto il sonno notturno. Io arriverei fino a 30. Dopo, subentra l'inerzia del sonno ed è più difficile il risveglio e la buona funzionalità complessiva".


PULIZIA DENTALE. Risciacquare bene i denti dopo averli lavati? Anche no! Secondo il dottor Phil Stemmer del Fresh Breath Centre di Londra, quest'abitudine "porta via dalla bocca il fluoruro lasciato dal dentifricio che invece proteggerebbe di più i denti, assicurandoci qualche ora in più di pulizia in bocca". Inoltre consiglia di non ingerire alcun tipo di liquidi per almeno un' ora e mezza dopo avere usato spazzolino e dentifricio. Ed ha aggiunto: "Io non inumidisco neppure lo spazzolino prima di lavarli, perché l'acqua può diluire l'effetto del dentifricio. C'è già abbastanza umidità nella bocca. E soprattutto, mai lavarsi i denti subito dopo aver mangiato: se lo si fa subito, si rischia di lavare via anche lo smalto, temporaneamente reso più fragile dagli acidi dei cibi".


PROBLEMI E SOLUZIONI INTESTINALI. Qual è la giusta posizione da assumere quando si va in bagno? Secondo uno studio israeliano è meglio accovacciarsi che sedersi, perché così facendo si riducono gli sforzi e il rischio di emorroidi e disturbi diverticolari che causano gonfiore addominale. Il dottor Charles Murray, gastroenterologo del Royal Free Hospital di Londra, invece consiglia a chi soffre di intestino pigro di mettere qualcosa sotto i piedi quando si è seduti in bagno per facilitare l'evacuazione. "In questo modo si favorirebbe l'espulsione del cilindro fecale, accorgimento che potrebbe anche ridurre il rischio di emorroidi, anche se non quello di formazione dei diverticoli. Sarebbe però importante capire per quanto tempo il corpo è in grado di mantenere tale posizione" spiega il gastroenterologo della Cattolica di Roma-Policlinico Gemelli Giovanni Cammarota.
Il dottor Giorgio Bertoni, responsabile dell'unità operativa endoscopia digestiva del CICE taglia la testa al toro: "Ogni persona deve cercare la posizione a sé più adatta. Ma il problema resta sempre lo stesso: occorre espellere feci sufficientemente morbide altrimenti non c'è posizione che tenga e bisognerà sempre spingere molto e con fatica. I premiti della defecazione, se eccessivi e prolungati, aumentano la pressione endoluminale intestinale e favoriscono nel tempo la comparsa di diverticoli ed emorroidi. I primi provocano gonfiore addominale, ma è soprattutto la stasi fecale che genera fermentazioni batteriche e produzione di gas".


PULIZIE DOMESTICHE FOR EVER. Uno studio pubblicato su Psychosomatic Medicine spiega che i lavori casalinghi fanno alzare la pressione. Un test effettuato su oltre cento donne e uomini ha fatto scoprire che quelli con più responsabilità nella gestione della casa hanno anche la pressione più alta. Una delle cause è la preoccupazione di non saper cucinare o pulire come si deve che provoca un forte stress. Inoltre, i detersivi, in particolare quelli spray, possono causare attacchi di asma.
"E' una reazione di adattamento funzionale che l'organismo mette in funzione per far fronte a una minaccia. Tecnicamente si parla di eustress e distress, cioè di stress buono e stress cattivo. Il primo aiuta, ad esempio, a superare una prova d'esame, favorendo una maggior concentrazione, mentre quello cattivo fa 'andare nel pallone'. Chi fa le pulizie in casa è probabile che mostri sintomatologie legate allo stress se queste rappresentano un sovraccarico lavorativo (doppio lavoro, o triplo, se consideriamo anche la cura dei figli). Altrimenti, non corre alcun pericolo" ha spiegato lo psicologo del lavoro Fabio Biancalani.


CAPITOLO RESPIRAZIONE. Respirare è l'attività che ognuno di noi compie involotariamente e di cui non si può fare assolutamente a meno, ma non tutti lo fanno in maniera corretta. Da piccoli inspiriamo a fondo, ma con il passare degli anni il respiro si accorcia e quando immettiamo l'aria nella gabbia toracica, questa si ferma all'altezza del petto.
Neil Shah, psicoterapeuta e direttore della Stress Management Society ha spiegato: "In fondo ai nostri polmoni si blocca dell'aria stantia e per di più è proprio la parte terminale dei polmoni quella che contiene i vasi sanguigni che hanno un maggior bisogno di ricambio di ossigeno". Per tornare a respirare correttamente, il dottor Shah consiglia di inspirare a fondo, fino alla pancia, cercando di tenere fermo il petto e immaginando di gonfiare un pallone da spiaggia nello spazio tra l'ombelico e la spina dorsale, spingendo la pancia in fuori; poi bisogna contrarre i muscoli addominali espirando. Il respiro dovrebbe essere ritmico e regolare, tra 12 e 20 inspirazioni al minuto.
Secondo Carlo Pruneti, responsabile del dipartimento di Psicologia clinica dell'università di Parma: "Nei Paesi occidentali le persone sono spesso sottoposte a pressioni innaturali con l'inevitabile sviluppo di stress psicofisico. Tra le conseguenze di questo stile di vita, biologico ma non naturale, c'è la cattiva respirazione. Ormai per abitudine tutti tendono a respirare utilizzando la parte superiore del torace, con la conseguente carenza di fasi espiratorie corrette, e con inspirazioni spesso accelerate e veloci che si susseguono l'una sull'altra con il principale muscolo respiratorio, il diaframma, quasi immobile e in posizione abbassata. Una corretta respirazione addominale rappresenta un'ottima prevenzione nei riguardi di tutta una serie di disturbi fisici respiratori e psichici, non ultimo quello degli attacchi di panico. Non è però così semplice intervenire su abitudini consolidate, e spesso non bastano né la buona volontà né un modello da imitare".


RELAX. Dopo una dura giornata di lavoro il sogno di tutti noi è rilassarsi sul divano davanti la tv, ma non sempre quello che nell'immediato sembra una cosa meravigliosa, in realtà fa bene all'organismo. Il nutrizionista Claire MacEvilly, dello Human Nutrition Research laboratory della Cambridge University ha affermato che: "L'ideale, dopo cena è fare una passeggiata di venti minuti: in questo modo qualunque cibo viene digerito e assimilato meglio con immediati benefici per sonno e linea". Il dottor Piergiorgio Calcaterra, direttore sanitario di Terme di Saturnia Spa&Golf Resort ha precisato: "Prima di coricarsi è importante mangiare in modo sano per facilitare la digestione e il sonno. Per un relax propedeutico al riposo è importante 'scaricare la mente' facendo un po' di attività fisica, ma assolutamente leggera. Una breve passeggiata è più che sufficiente: lo stress fisico pesante è da evitare".

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