martedì 5 luglio 2011

Animali in giacca e cravatta sui manifesti elettorali thailandesi


Si sono tenute proprio in questi giorni le elezioni politiche Thailandia che hanno visto la vittoria del partito di opposizione Puea Thai guidato da Yingluck Shinawatra, sorella del latitante ex primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra, quindi delle camicie rosse.

Ha fatto scalpore tra le strade di thailandesi la strana campagna elettorale messa sù da un partito dal nome KMM (พรรคการเมืองใหม่, ก.ม.ม., o Karn Muang Mai - Partito della Nuova Politica),in cui si vedono animale invece di candidati sui manifesti elettorali.
Il KMM e’una creazione delle camicie gialle, un movimento monarchico che si e’ opposto con ogni mezzo al governo del controverso primo ministro Thaksin Shinawatra, cacciato da un colpo di stato militare nel 2006, e a tutti i partiti filo-thaksiniani.
Nel 2009 i gialli hanno accolto con soddisfazione il ribaltone che ha portato al potere Abhisit e il suo Democrat Party, ma nel giro di poco tempo hanno iniziato ad attaccare anche questo governo, ritenuto troppo debole nella gestione del conflitto con la Cambogia intorno al tempio di Preah Vihear. Così le camicie gialle sono diventate un movimento ultra-nazionalista e non avendo più nessun referente al governo o in parlamento, hanno creato il loro partito: il KMM.

Il KMM per screditare gli avversari avevano tappezzato il paese di manifesti elettorali con animali in giacca e cravatta rappresentanti gli esponenti dei partiti altrui e scritte del tipo: “non mandate gli animali in parlamento”. Nei manifesti vi erano almeno cinque animali, ognuno nella cultura thailandese ha un significato ben preciso: bufalo (lentezza e stupidita), tigre (pigrizia), cane (rumoroso e attaccabrighe), varano (cattiveria), coccodrillo (pericoloso), scimmia (falsità, tradimento). Paragonare qualcuno a questi animali e’ dunque un insulto, e ciò, e’ molto grave in un paese buddhista, visto che uno dei fondamenti della religione fondata dal Risvegliato due millenni e mezzo fa e’ proprio il retto parlare, che sostanzialmente va interpretato come: non mentire, non offendere e non utilizzare un linguaggio violento o che potrebbe causare infelicità negli altri.

Ironicamente, il KMM si è presentato come un partito moralizzatore, un movimento dagli alti standard etici e religiosi, tanto da aver adottato come simbolo una svastica, che nella tradizione buddhista rappresenta la vita, l’eternità, il benessere, la forza morale.
Secondo il partito, tutte le altre formazioni politiche thailandesi sono solo gruppi di interesse e dunque non sono in grado di pensare ai veri problemi del paese. Il progetto politico presentato dal KMM proponeva di sostituire il Parlamento nazionale con un’assemblea in gran parte non elettiva: una camera formata da un 30% di deputati eletti dai cittadini e da un 70% di deputati cooptati dal re o da associazioni di categoria. Secondo la loro particolarissima visione della politica, questa riforma permetterebbe di raggiungere il loro ideale di “politica pulita”, anche se non si capisce bene perché un deputato nominato sia meno facilmente corruttibile rispetto a uno scelto dai cittadini.


Secondo molti osservatori le camicie gialle e il loro partito politico sono un movimento ultra-nazionalista, neo-fascista e dunque pericoloso per la fragilissima democrazia thailandese. L’Asian Human Rights Commission (AHRC) ha pubblicato un documento nel quale si legge:
“Alcuni hanno descritto l’agenda [delle camicie gialle] come fascista. Questa non è un’esagerazione. Le tante dittature nella storia moderna della Thailandia hanno apprezzato, espresso e usato molte simbologie e politiche fasciste, e i residui di questa storia possono essere ritrovati nel linguaggio e nel comportamento dei leader delle camicie gialle di oggi”.

Fonte: Asian blog

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