martedì 10 maggio 2011

I libri sacri si possono profanare


Bruciare e orinare su un libro sacro come il Corano è possibile.
Un giovane blogger francese è stato assolto dalle accuse di "incitamento all’odio razziale" per aver bruciato e fatto pipì sul libro sacro dell’Islam.
Il blogger trentenne, originario dell'Alsazia, Ernesto Rojas Abbate di Bilscheim, aveva realizzato e caricato sul suo blog un video in cui lo si vede leggere il Corano, strappare alcune pagine per costruire degli aerei di carta e farli schiantare contro due bicchieri di vetro, alludendo alla collisione dei due aerei contro le Torri Gemelle.
Dopo la simulazione dell'impatto, si vedeva il giovane strappare delle altre pagine, dargli fuoco per poi orinare sopra le loro ceneri.
Il filmato, pubblicato ad ottobre 2010, secondo l'autore era stato realizzato per provocazione, non per offedere la religione islamica o le fedi altrui. Il messaggio che passa dalle immagini è di accusa nei confronti del Corano per gli attentati di Al Qaeda e l'11 settembre.
La procura aveva chiesto una pena di un anno di carcere e 45 mila euro di multa per l’incitamento alla discriminazione su base religiosa riscontrabile nel video.
Il tribunale di Strasburgo ha sentenziato che il contenuto del video non era indirizzato contro l' Islam, ma era un commento sulla tragedia del World Trade Center, quindi i limiti della libertà d'espressione non sono stati varcati perciò il blogger è stato assolto.
Ernesto Rojas Abbate durante il processo ha dichiarato: “Non sono una persona di estrema destra, e non è vietato bruciare un libro in casa propria” e il suo avvocato ha sostenuto la tesi dell'assoluzione affermando che in Francia dalla rivoluzione del 1789 "l'offesa a Dio" non è più considerata un reato.
La sentenza di assoluzione ha indignato molte persone e sicuramente non passerà inosservata nei Paesi islamici, dove già la proposta di bruciare il Corano da parte di Terry Jones, un pastore fondamentalista evangelico americano, aveva provocato grosse proteste.
Forse sarebbe il caso di pensarci bene prima di lanciare certe provocazioni.

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